Cambiare scuola, come fare?
“Come si fa a cambiare scuola?“. Una domanda che molti studenti si saranno sicuramente posti, i motivi che spingono a cambiare scuola possono essere i più disparati: da un cambio di residenza, a un litigio con i compagni o con gli insegnanti, a un’improvvisa consapevolezza di non essere portati per la scuola che si sta frequentando. Cosa fare quindi quando ci si accorge di aver sbagliato scelta?
Come si cambia scuola
La norma di riferimento riguardo ai cambi di scuola, è l’art. 4 del R.D. n.653 del 1925. Riassumendo l’articolo di legge viene detto che l’alunno che decide di cambiare scuola deve compilare un apposito modulo di richiesta di trasferimento al Dirigente scolastico in cui vengono spiegate le ragioni alla base della richiesta di cambio; il Dirigente la dovrà analizzare e decidere se sia il caso o meno di procedere al rilascio del nulla osta, ossia di un documento di carattere amministrativo in cui dichiara il suo assenso al trasferimento. L’alunno dovrà anche presentare una richiesta di iscrizione alla nuova scuola, anch’essa motivata e completa di nulla osta. Sarà poi la scuola di provenienza ad inviare alla scuola di destinazione la documentazione relativa all’alunno.
Il nulla osta
Il procedimento sembra un po’ macchinoso ma abbastanza chiaro, tuttavia spesso alcuni problemi nascono dal diniego del nulla osta, senza il quale non si può procedere all’iscrizione nella nuova scuola. Spesso, infatti, molti Presidi si oppongono alla richieste di trasferimento basandosi sulla C.M. n.58 del 20.06.2008 che precisa che i nulla osta devono essere rilasciati solo in presenza di situazioni particolari opportunamente motivate.
I motivi che poi stanno effettivamente alla base del loro rifiuto possono essere legati sia a motivi organizzativi (per esempio il trasferimento di un alunno può determinare lo scioglimento della classe in quanto senza non si raggiunge il numero minimo di studenti) che a motivi del tutto personali. Ricordiamoci, infatti, che il Preside è pur sempre un essere umano che per evitare la perdita di prestigio del proprio istituto può decidere di bloccare eventuali esodi con lo strumento burocratico che ha a disposizione.
Non disperiamo, però, perché sono diversi gli elementi che vengono in nostro soccorso:
- La C. M. è solo un atto dal valore di indirizzo interno e non una legge;
- Il diniego di nulla osta deve essere opportunamente motivato e se la motivazione data dal Preside è palesemente lacunosa, potrà essere impugnata facilmente;
- Il nulla osta è un provvedimento amministrativo e quindi, seppur subordinato alla discrezione dell’organo che lo emette, è soggetto alle regole indicate dalla l. 241/90. Quindi deve essere emesso in un tempo di 30 giorni massimo, in qualsiasi momento si può chiedere a che punto è arrivato l’iter della decisione, la motivazione è d’obbligo e si può impugnare l’atto che non ci soddisfa davanti al T.A.R. Tuttavia questa soluzione non la consiglio mai se non nei casi estremi, visti i costi elevati e i tempi, spesso assai lunghi.
In conclusione, per essere certi di vedersi riconosciuto il permesso di cambiare scuola, basta una richiesta adeguatamente motivata; sarà, così, difficile per il Preside negare il nulla osta, a meno che non voglia presentarsi davanti al giudice amministrativo!
Esistono limitazioni?
In sostanza finché il Preside concede il nulla osta, si può cambiare scuola anche all’infinito, tuttavia non è una buona soluzione. E’ giusto avere la possibilità di cambiare scuola, di tornare indietro quando ci si rende conto di aver sbagliato scelta, ma non bisogna abusarne. Continuando a cambiare scuola, si ottiene un effetto controproducente anche a livello di rendimento, di risultati nello studio. Anche perchè cambiando indirizzo scolastico si sarà costretti o a ricominciare dal primo anno oppure, se ad esempio si frequenta il 4° anno di un istituto professionale e si vuole passare al 4° anno del liceo linguistico come nel caso della nostra utente, a dover sostenere un esame d’idoneità che verte sugli argomenti svolti in quella scuola dal 1° fino al 3° anno.