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cosa fare dopo la scuola

Cosa fanno gli studenti italiani dopo il diploma

Sulle scelte dei diplomati influiscono diversi fattori, dalla scuola di provenienza al titolo di studio dei genitori. Senza un orientamento efficace il rischio di tornare sui propri passi è alto.

 

Cosa fare dopo il diploma?

Almadiploma è un’associazione che raccoglie le scuole superiori italiane e si occupa di orientamento all’università e al lavoro; lo scorso febbraio ha presentato il proprio Rapporto 2016 sul profilo e sugli esiti a distanza dei diplomati. Si tratta di un’indagine che fotografa i percorsi universitari e le scelte professionali di oltre centomila studenti provenienti da trecento istituti superiori italiani e che hanno conseguito il diploma tra il 2010 e il 2014.

I dati raccolti testimoniano come quella dei neo-diplomati sia una dimensione complessa e incerta. I ragazzi hanno una buona consapevolezza di quelle che saranno le esperienze decisive per il loro futuro ma quando sono chiamati scegliere un ambito formativo o professionale sono insicuri e spesso tornano sui loro passi. In assenza di efficaci politiche di orientamento, poi, il contesto familiare ha ancora una grossa influenza sulle scelte formative e professionali dei giovani. Mentre l’81% dei diplomanti provenienti da famiglie avvantaggiate da un punto di vista socio-economico sceglie di proseguire gli studi, solo il 52% dei ragazzi che provengono da contesti meno favoriti si iscrive all’università. L’86% dei figli di laureati si iscrive all’università e ha maggiori opportunità di conseguire la laurea.

 

Il diplomati italiani

Il voto medio di diploma e di 76,9 centesimi, il 9% degli studenti su diploma con una votazione tra il 91 e il 99, il 6% con 100 centesimi. Chi supera l’esame con voti tra il 60 e il 70 è il 35%. L’88% dei diplomati ha conseguito il titolo senza ripetere. Il rapporto di Almadiploma, poi, misura il grado di soddisfazione rispetto all’esperienza scolastica appena conclusa: solo 53% dei ragazzi si dice soddisfatto, gli antri cambierebbero l’indirizzo di studi o l’istituto scelti alla fine della terza media. Dopo il diploma la scelta dell’università è premiata: il 76% dei liceali si iscrive a un corso di laurea, solo il 37% dei diplomati presso istituti tecnici si iscrive ad un ateneo.

 

L’importanza dell’orientamento

A un anno dal diploma, il 52% dei ragazzi è iscritto a un corso di laurea, il 13% lavora e studia, un un altro 13% che cerca lavoro, il 18% lavora ma non studia più e il 4% è escluso da qualsiasi percorso formativo o professionale. A  cinque anni dal diploma il 51% dei ragazzi lavora, il 37% studia ancora, il 12% è alla ricerca di un impiego.

Un dato interessante riguarda quel 29% di giovani lavoratori che dichiara di non usare affatto competenze acquisite nel corso di  cinque anni di studi superiori. Gli stage post-diploma sono decisivi: accrescerebbero, infatti, del 90% la probabilità di lavorare già a un anno dal conseguimento del titolo. Anche aver ottenuto un voto di diploma più elevato rappresenta un fattore importante: un voto di 100 centesimi aumenta dell’80% la probabilità di lavorare.

La quota di coloro che abbandona gli studi entro un anno dal diploma è minoritaria (6%) così come quella di coloro che cambiano indirizzo (9%). Si tratta però di cifre rilevanti che testimoniano come un buon orientamento, che valorizzi le inclinazioni degli studenti aiutandoli a individuare il percorso migliore per loro, possa davvero fare la differenza.