DIDASCALEINOFOBIA: CHE COS’È?
Nota più comunemente come fobia scolare, la didascaleinofobia indica, come l’etimologia stessa suggerisce, la “paura di andare a scuola”. Si tratta dunque di un turbamento proprio dell’età infantile in conseguenza del quale il bambino si rifiuta ostinatamente, reiteratamente e (in apparenza) senza motivo, di affrontare il momento scolastico.
L’immaginario collettivo solitamente associa al suono della campanella di una scuola elementare il fragore festante ed incontrollato delle grida dei bambini, il cui ingresso nella seconda fase della vita coincide anche con il primo confronto con l’apprendimento istituzionalizzato, cui tuttavia non deve diventare estraneo il momento ludico. Ciò non toglie, però, che questa sorta di iniziazione possa essere vissuta dal fanciullo come un passaggio traumatico; in alcuni Paesi europei, proprio per mitigare il potenziale di questo effetto collaterale, si cerca di addolcire la separazione dal genitore, che costituisce il naturale e più problematico risvolto del primo approccio alla scuola, oppure si evita, almeno inizialmente, di sottoporre il bambino alla ghigliottina impietosa del giudizio.
A quest’ultimo proposito, può essere interessante riportare l’esempio della Finlandia, il cui sistema scolastico è reputato uno dei migliori del mondo; nelle scuole finniche, infatti, il bambino (che ancora non è in grado di cogliere che il voto attribuito ad un compito nulla ha a che fare con un giudizio personale) non è soggetto ad alcuna valutazione didattica fino alla terza elementare. In Germania, invece, viene vissuto con maggiore pregnanza il momento del primo vero distacco familiare; per ammorbidire l’ingresso nel mondo della scuola, le strutture tedesche attingono alla solida tradizione della Schultüte, in cui i genitori colmano appositamente una cornucopia con regali e leccornie, per accompagnare idealmente i propri figli nel primo giorno di scuola.
In Italia il problema inizia a farsi pressante; la letteratura psichiatrica ha ormai riconosciuto la “didascaleinofobia” come una delle forme di disagio più pericolose dell’età infantile, che non va sottovalutata, né confusa con il banale capriccio del bambino. Spesso essa si radica in una mal vissuta esperienza di separazione; non di rado, infatti, sorge in occasione del divorzio dei genitori, oppure successivamente ad un trasloco, o, infine, a seguito della morte di un congiunto. Non è infrequente, inoltre, che questa forma di ansietà si manifesti dopo un insuccesso del bambino, vissuto dallo stesso come un fallimento irrimediabile; altrettanto possibile è che il fanciullo inizi a sfogare la propria fobia scolare per un senso di inadeguatezza nei confronti dei coetanei, paragonandosi a loro e giudicandosi troppo severamente.
I sintomi più ricorrenti sono ravvisabili nei malesseri, variegati e diffusi, lamentati dal bambino soprattutto poco dopo il risveglio; a questi possono accompagnarsi momenti di panico improvviso ed immotivato, oppure il costante rifiuto della solitudine o del buio. Se forzato, peraltro, non è inconsueto che il bambino possa reagire con un incontrollato accesso di violenza. L’apparente inspiegabilità dei comportamenti del fanciullo può produrre conseguenze non di poco conto sia all’interno della famiglia, sia, per estensione, alla società. I genitori, infatti, possono naufragare in un mare di interrogativi ed affondare vorticosamente tra i flutti della frustrazione; non meno dannosa, viceversa, sarebbe una reazione troppo protettiva e ricolma di attenzioni all’interno dell’ambito familiare, che finirebbe per consegnare alla società un futuro adulto impreparato agli inciampi della vita.