Perché scegliere il liceo linguistico
Indice:
- Perché scegliere il liceo linguistico
- Che università si può frequentare dopo
- Che lavori è possibile svolgere dopo essersi diplomati
Scegliere la strada verso la quale incamminarsi allo scopo di dare vita al proprio futuro rappresenta da sempre uno dei più controversi dilemmi esistenziali dell’individuo, a maggior ragione quando costui inizia ad essere chiamato a rispondere del proprio destino in età non propriamente adulta.
Ebbene, alla fine del ciclo di scuola media lungo appena tre anni, il giovane ragazzino uscente avrebbe al suo attivo poco più di tredici anni. Ragion per cui, che si tratti di propendere per un tipo di preparazione linguistica, piuttosto che letteraria, scientifica o tecnica, risulta particolarmente complesso decidere quale liceo o istituto scegliere. Inoltre la scelta dello studente dovrà essere indipendente e lontana da ogni influenza genitoriale, puntando alla definizione dei propri interessi e punti in comune con le materie oggetto di studio, senza necessariamente dover per forza fissare da subito un obiettivo finale.
Piuttosto, sarebbe coinvolgente iniziare passo passo col definire tanti obiettivi minori che contribuiranno a creare la consapevolezza di un fine ultimo con la maturità.
In questo testo spiegheremo perché scegliere il liceo linguistico con l’ausilio di un percorso graduale, che toccherà rapidamente tutti i possibili scenari della scuola superiore per poi arrivare ad approfondire quello del liceo linguistico. Allo scopo di agevolare il giovane nella decisione del suo più affine orientamento scolastico, sarà necessario fare una panoramica veloce sul vasto mondo della scuola superiore all’interno dell’ordinamento scolastico italiano.
Anzitutto, si chiama scuola secondaria di secondo grado o superiore quella il cui livello d’istruzione precede l’università.
L’accesso alla scuola superiore si acquisisce di diritto con il conseguimento della licenzia media e il suo ciclo di studi, a differenza del più giovane predecessore associato alla scuola media, dura cinque anni.
E’ possibile suddividere tale istituzione scolastica in tre macro-aree definite rispettivamente liceo, istituto tecnico e istituto professionale.
La prima, oltre a fornire una più completa preparazione al successivo possibile ma non obbligatorio percorso universitario, si differenzia dalle altre due per il fatto che al termine del ciclo quinquennale lo studente viene conclamato attraverso il conseguimento del diploma di maturità liceale.
Gli istituti, invece, gettano le basi per una formazione votata all’ingresso nel mondo del lavoro attraverso l’apprendimento di una professione o di un mestiere, conclamando a loro volta il diplomando con il conseguimento del diploma di maturità tecnica o professionale. E’ fondamentale precisare che tali premesse non precludono in alcun modo all’aspirante liceale di non proseguire con gli studi universitari optando per un percorso professionalizzante, nè diffidano il diplomato all’istituto ad intraprendere il cammino universitario. Detto ciò, passiamo in rassegna gli indirizzi tecnici, professionali e liceali a disposizione.
Gli istituti tecnici sono classificati in due settori, rispettivamente costituiti da ben undici indirizzi.
Il settore economico con gli indirizzi professionalizzanti di:
- amministrazione;
- finanza e marketing;
- turismo.
Il settore tecnologico con le specializzazioni in:
- informatica e telecomunicazioni;
- elettrotecnica ed elettronica;
- costruzioni, ambiente e territorio;
- meccanica, meccatronica ed energia;
- chimica, materiali e biotecnologie;
- agraria, agroalimentare e agroindustria;
- trasporti e logistica;
- grafica e comunicazione;
- sistema moda.
Gli istituti professionali sono categorizzati in due settori con sei indirizzi.
Il settore industria e artigianato fatto delle specializzazioni di:
- manutenzione e assistenza tecnica;
- produzioni industriali e artigianali.
Il settore dei servizi con gli indirizzi di:
- enogastronomia e ospitalità alberghiera;
- socio-sanitari;
- commerciali;
- agricoltura e sviluppo rurale.
Infine abbiamo i vari licei, sei per l’esattezza:
- il liceo artistico;
- il liceo delle scienze umane;
- il liceo classico;
- il liceo musicale e coreutico;
- il liceo scientifico;
- il liceo linguistico.
Nonostante le innumerevoli possibilità di apprendimento ed occupazione potenzialmente offerte da tutte le scuole superiori su citate, solo quest’ultima tipologia di liceo permette a coloro che la frequentano di specializzarsi nello studio e nella padronanza dello strumento di comunicazione più potente e richiesto sul mercato, “la lingua”. Diventare un esperto linguista permette di eliminare i confini fissati dalle lingue di nazioni e continenti diversi, e non solo. Nei paragrafi successivi approfondiremo i motivi per i quali scegliere il liceo linguistico.
Che università si può frequentare dopo
Pur non fornendo una preparazione professionale ben delineata, il liceo linguistico offre diversi sbocchi dopo il diploma. Ciò deriva dal fatto che gli studi compiuti durante il quinquennio, oltre ad ampliare notevolmente le prospettive delle comunicazioni in genere, dotano lo studente di un metodo di studio a trecentosessanta gradi particolarmente indicato per i percorsi accademici e non.
Il liceo linguistico raggiunge questo livello di completezza grazie all’evoluzione della quale si rende protagonista negli anni, mutando la propria forma a partire fin dai primissimi piani sperimentali.
L’ultima riforma a perfezionare il sistema è quella Gelmini dell’anno 2010, con la quale si arricchisce il piano formativo linguistico attraverso l’introduzione dello studio di ben tre lingue straniere e delle rispettive culture, oltre al canonico apprendimento della lingua italiana e di quella latina. Ogni istituto liceale stabilisce la propria offerta in materia di lingue, dalle comunitarie inglese, tedesco, francese o spagnolo, fra le quali bisognerà selezionare due preferenze, alle intercontinentali giapponese, russo, arabo o cinese, dalle quali estrapolare una ulteriore preferenza arrivando a totalizzare tre scelte finali.
L’aspirante linguista una volta optato per le proprie lingue dovrà districarsi in un viaggio culturale dalle basi umanistiche, condito di ore di studio di matematica, informatica, storia e tanta conversazione. Per la precisione sono trenta tre le ore annuali di conversazione previste con docenti madrelingua straniera, per poi attuare dal terzo anno lo studio in lingua straniera di una materia non linguistica, con l’ausilio del metodo “Content and Language Integrated Learning (CLIL)”. Tale pratica ha il preciso scopo di approfondire l’esperienza formativa, arricchita poi di un ulteriore disciplina non linguistica al quarto anno.
Tutto questo consentirà allo studente di acquisire, con la maturità, la capacità di comunicare in tre differenti lingue straniere di stampo moderno nei molteplici contesti sociali e professionali; saper distinguere i punti chiave fondamentali dei sistemi linguistici studiati, districandosi facilmente da una lingua all’altra; sviluppare strategie attraverso la creazione di contenuti specifici in termini stranieri; rendere proprie le culture e le tradizioni dei paesi oggetto di studio; essere in grado di interfacciarsi alle altre popolazioni attraverso momenti di condivisione e scambio culturale.
Di seguito si espone la pianificazione del percorso formativo allo scopo di chiarire quanto sopra descritto.
Durante l’iniziale biennio si esordirà con lo studio delle seguenti materie:
- italiano,
- latino,
- prima lingua straniera,
- seconda lingua straniera,
- terza lingua straniera,
- storia,
- geografia,
- matematica,
- scienze naturali,
- informatica.
Mentre il successivo triennio che condurrà alla maturità liceale, con l’esclusione degli insegnamenti quali latino, geografia e informatica, sarà caratterizzato dall’approfondimento delle discipline:
- italiano,
- prima lingua straniera,
- seconda lingua straniera,
- terza lingua straniera,
- storia,
- filosofia,
- matematica,
- fisica,
- scienze naturali,
- storia dell’arte.
Detto questo, rispondere ai quesiti ricorrenti legati all’argomento in questione diventa semplice come fosse un gioco.
Una delle solite domande è “cosa posso fare dopo il liceo linguistico”.
In effetti una volta diplomati il primo pensiero sarebbe quello di partire per un lungo e meritato viaggio all’estero, mettendo in pratica le competenze acquisite attraverso la sperimentazione sul campo, il che non risulterebbe del tutto errato se non si palesasse necessaria l’esigenza di una scelta iniziale.
In ogni caso, qualunque sia la decisione intrapresa, è bene sottolineare che è possibile tanto l’opzione accademica, quindi iscriversi all’università, quanto quella professionalizzante, ovvero l’ingresso nel mondo del lavoro.
Nel primo caso le facoltà opzionabili sono svariate, e qui sorge spontanea l’altra domanda “quale università scegliere dopo il liceo linguistico”, ma le più appropriate per una questione puramente pratica dovuta agli studi compiuti sono in primis, lingue e letterature straniere; poi, scienze politiche degli studi internazionali, lingue moderne e lettere moderne; e infine, storia moderna, contemporanea e filosofia.
Ciò nonostante, l’allievo che vorrà scegliere una classe di laurea appartenente ad una facoltà totalmente estranea alle succitate potrà tranquillamente farlo, anzi in un certo qual modo se da un lato inizialmente l’approccio alle materie scientifiche sarà duro, dall’altro potrebbe essere addirittura agevolato rispetto ad altri.
Anche in questo caso è doveroso citare due dilemmi, quali “dopo il liceo linguistico si può fare medicina” e “ingegneria dopo il liceo linguistico”.
In entrambe le situazioni il vantaggio sarà la capacità, propria allo studente di lingue, di avvalersi per lo studio delle discipline accademiche di testi stranieri non ancora tradotti in italiano, oltre che dei libri universitari standard, con conseguente ampliamento delle prospettive personali in materia.
Inoltre, grazie alla versatilità linguistica acquisita, sarà possibile seguire programmi di studio come l’Erasmus mirati allo scambio culturale con i paesi esteri, che fortificheranno la padronanza linguistica spianando la strada verso l’eventuale conseguimento delle indispensabili certificazioni ESOL dell’università di Cambridge, utili in tutti i settori professionali.
Quindi che sia medicina, ingegneria, psicologia, scienze del turismo oppure lingue e letterature straniere, l’importante è che la scelta protenda verso ciò che piace.
In questo modo il percorso di studi sarà piacevole e al tempo stesso scorrevole. Coloro i quali scelgono di laurearsi in lingue, seguendo il naturale percorso, possono ambire alla carriera di traduttore, a quella di interprete piuttosto che mediatore culturale, guida turistica, bibliotecario, addetto alle pubbliche relazioni internazionali, diplomatico in genere, specialista nelle comunicazione di massa, esperto nell’ambito del turismo e tutti quei lavori che richiedono una particolare fluenza in una lingua estera.
Che lavori è possibile svolgere dopo essersi diplomati
Appena finita la maturità le offerte di lavoro per diplomati al liceo linguistico non mancano, a patto che il neodiplomato sia disposto specializzarsi, attraverso corsi professionalizzanti di alta formazione, e fare pratica avvalendosi della formazione on the job, con l’ausilio di stage presso aziende.
Con in mano il diploma di liceo linguistico gli sbocchi lavorativi saranno diversi. Per cominciare tutti gli appassionati e appassionate di aviazione che amano girare il mondo, potrebbero affacciarsi alla professione di assistenti di volo o personale di bordo, meglio conosciuta come steward e hostess.
Tale ambito richiede il possesso di una forte carica empatica da utilizzare a contatto con i passeggeri trasportati, allo scopo di esaudirne le richieste nel limite del possibile rendendo piacevole il viaggio; la capacità di assistere anche durante situazioni difficili; e la perfetta padronanza delle lingue. Lo stipendio, condito di tutti benefits aziendali, è ad oggi ridimensionato rispetto al passato, ma comunque di tutto rispetto.
La provenienza dal liceo linguistico ha delle prospettive di lavoro ulteriori anche nei settori del customer care, delle traduzioni di testi in italiano, del marketing, del commercio, della GDO, della finanza, del turismo.
Nel primo ambito ci si approccerà all’assistenza clienti stranieri in tutte le sue forme per conto di aziende import export, di logistica e trasporto merci internazionali, di telecomunicazioni, tanto per citarne qualche tipologia.
Il settore della traduzione mira, invece, ad arricchire il bagaglio culturale dell’individuo il quale si occuperà di trasporre manoscritti e testi stranieri dalla lingua madre in italiano e viceversa, in qualità di traduttore e interprete.
Nel marketing digitale e non, il linguista marketer si realizzerà attraverso la stesura online di testi accattivanti e la creazione di campagne pubblicitarie ad hoc.
I rami del commercio e della grande distribuzione o GDO porteranno il diplomato a spaziare, dalla carriera del commesso a quella ben più importante dello store manager di un punto vendita, fino ai ruoli di responsabile di regione e dirigente.
Quello finanziario verso l’impiego presso studi commercialisti, legali e aziende di trading.
All’interno del settore turistico sarà possibile, attraverso la versatilità linguistica scaturita dalla perfetta conoscenza delle lingue, lavorare con agenzie di viaggi come consulente organizzatore, con tour operator, aziende di servizi turistici in terre straniere e in Italia per personale non italiano, enti pubblici come il ministero dei beni culturali.
Ma non finisce qui. Le innumerevoli possibilità messe a disposizione dal liceo linguistico senza università continuano con agenzie di traduzione, aziende di nuovi media, web agency operanti all’estero, strutture ricettive di ogni genere come alberghi e ristoranti, società editoriali, aziende informatiche produttrici di software e applicazioni sul web, studi legali e molto altro.
Ultimata questa rassegna sulle ipotetiche professioni appetibili, resta ancora una riflessione da fare. Abbiamo detto che il liceo linguistico con diploma finito non pone alcun limite alle opportunità di impiego, nonostante sia consigliabile perfezionare la propria preparazione attraverso lo studio universitario. Inoltre, a prescindere dal discorso accademico, è vitale migliorare con qualunque mezzo la padronanza linguistica attraverso l’applicazione costante della lingua nella vita di tutti i giorni. Per cui dei brevi periodi di permanenza fuori dall’Italia, al fine di far propria la lingua studiata, sarebbero molto proficui e illuminanti.
Quindi ricapitolando, il manuale di orientamento dell’aspirante studente del liceo linguistico prevede che:
- la scuola superiore faccia da solida base per il percorso successivo non ancora ben delineato;
- con il passare degli anni scolastici vengano raggiunti dei piccoli traguardi man mano fissati lungo la strada;
- con la maturità si delinei la scelta della carriera da seguire.
Qualora si decida di procedere con il prosieguo degli studi, è sufficiente selezionare la facoltà che piace di più. Se la scelta protende verso un ambito di natura umanistica la più imminente esigenza è quella di rafforzare le lingue, in caso di opzione tecnico scientifica l’arma giusta diventa l’approfondimento della materia con l’ausilio delle competenze linguistiche, mentre nella situazione opposta, ovvero di interruzione degli studi al conseguimento del diploma, è indispensabile attivarsi allo scopo di arricchire il proprio curriculum vitae di esperienze e competenze.
Altro passo importante consiste nel diventare almeno madrelingua nella lingua universale, vale a dire l’inglese.
Ovvio che se si decidesse di divenire bilingue approfondendone una diversa, non si rischierebbe il carcere. Ma tornando a noi, come è che si diventa madrelingua? Molti iniziano dedicandosi periodicamente alla visione di film in lingua straniera sottotitolati, per abituarsi al suono totalmente diverso dalla propria lingua madre italiana.
In realtà bisognerebbe abituare se stessi al parlare in inglese almeno durante una parte della giornata, meglio se durante tutto il suo arco temporale. Poi, acquisire informazioni con naturalezza, mediante un metodo di assorbimento inconscio, e apprendere attraverso lo studio consapevole altrettante informazioni. Successivamente, è indispensabile per il raggiungimento dell’obiettivo abbandonare il processo di apprendimento a favore di quello naturale di acquisizione, ascoltando musica, guardando film, facendo conversazione, tutto in inglese o comunque nella lingua scelta.
Potrebbe aiutare essere immersi, durante questa pratica, nel giusto contesto fatto dei giusti stimoli, in modo da proseguire verso il traguardo a colpi di conversazione e lettura. Infine, contestualizzare il proprio percorso attraverso un periodo di permanenza all’estero sarebbe ottimale, per abbattere il cosiddetto filtro affettivo responsabile delle sensazioni negative, quali agitazione e scarsa autostima.