News

Tecniche di concentrazione

Tecniche concentrazione studio

Affrontare un lungo pomeriggio di studio a molti sembra un’impresa quasi titanica. Il problema non è tanto mettersi sui libri e cominciare a leggere, quanto più ottimizzare al massimo il tempo e mantenere la concentrazione necessaria per memorizzare in modo adeguato quello che si sta leggendo. Detta così sembra una cosa da niente, ma chiunque si sia cimentato nel tentativo di tenere fissa la sua attenzione sulla pagina di un libro, specie se la materia non ci è particolarmente congeniale, sa che può diventare una lotta estenuante.

Questo ha a che vedere con dei meccanismi del tutto naturali della mente umana, che però, conoscendo adeguatamente, possono essere sfruttati al contrario. Una volta che si conoscono le proprie debolezze, cioè, è più facile sconfiggerle e farle diventare dei punti di forza. Per sapere come studiare non esiste una formula magica ma tanti piccoli accorgimenti che, messi insieme, possono fare la differenza tra un fruttuoso pomeriggio e un inutile trascinarsi tra una pagina e l’altra. Quello che può accadere sono distrazioni di due diversi tipi: o esterne o interne. Le prime sono abbastanza facili da neutralizzare. Se genitori, fratellini, amici e conoscenti, cani o gatti entrano nella stanza mentre si sta studiando e chiedono attenzioni, per un motivo o per l’altro, è chiaro cosa fare prima di studiare.

Bisogna avvisare tutti che non si vuole essere disturbati e che non si ha tempo per nessuno: basterà appendere un bel cartello fuori dalla porta o, nella peggiore delle ipotesi, chiudere la porta a chiave! Se necessario si può anche fare un po’ la voce grossa: a volte farsi dare retta non è facile. Però questo tipo di interferenza può essere neutralizzata con relativa semplicità.

Meno semplice, invece, è riuscire ad escludere dalla propria testa dei pensieri molesti: queste sono le distrazioni che abbiamo definito interne. Quando si legge un noioso brano di storia, o si cerca di memorizzare un complicato algoritmo, è facile che si insinuino nei pensieri anche cose che non c’entrano un bel niente con la materia dello studio.

Magari può venire in mente un impegno che si è preso e che bisogna portare a termine al più presto, o un ricordo piacevole che comunque fa indugiare su di esso distraendo dai compiti più immediati. Vagabondare con la fantasia può capitare, specie se ci si ostina a trascorrere molte ore di seguito a trattare uno stesso argomento. Infatti non bisognerebbe mai fare un tour de force, ma ci si devono concedere delle pause; vedremo in seguito come e quando.

Le distrazioni che derivano da pensieri errabondi possono essere annullate attraverso una severa disciplina e qualche tecnica di concentrazione mentale molto efficace, che permette di focalizzare il presente lasciando tutto il resto da parte. C’è un altro tipo di distrazione che però è necessario evitare e che, pur essendo esterna in senso stretto, si trasforma poi anche in una distrazione interna. Si tratta di computer, smartphone e tablet.

Se si tengono questi dispositivi accesi, magari con la scusa che servono per studiare, sarà praticamente inevitabile essere subissati di messaggini, e-mail, o altri stimoli i vario genere.

Non si tratta di nulla che non possa essere rimandato ad un secondo momento, ma il meccanismo perverso che si innesca è che si coglie la palla al balzo. Se già la voglia di studiare non è molta, essere sollecitati in questo modo da un amico che magari ci da appuntamento per la sera, o da un messaggio che ci ricorda la festa che ci sarà domani, è l’alibi perfetto per essere indulgenti con s stesi e convincersi che una pausa si può anche prendere.

Come detto, in effetti le pause sono necessarie, ma devono essere delle vere pause, vale a dire che devono servire a rilassare la mente e non a creare altri stimoli contraddittori. Tali stimoli, infatti, non farebbero altro che distogliere l’attenzione dall’argomento trattato e, di conseguenza, rendere ancora più difficile tornare a focalizzarsi su di esso.

Allora come riuscire ad essere più concentrati, come riuscire ad eludere ogni tipo di distrazione di qualunque genere per far fruttare al meglio le ore dedicate allo studio e ottimizzare risorse e capacità al massimo?

Di seguito daremo alcuni consigli su come concentrarsi per studiare. Alcuni sono dettati dal semplice buon senso, altre sono tecniche che sono state messe a punto non solo in ambito scolastico. Infatti la concentrazione è un fattore molto importante per la buona riuscita in moltissimi settori della vita, forse potremmo dire tutti.

Ad esempio, se gli atleti non fossero concentrati al massimo non riuscirebbero mai a conseguire vittorie o primi premi. Basti pensare ad un arciere che, in una finale importante, deve centrare un bersaglio molto difficile mentre tutto il pubblico gli fa voci intorno e la tensione è al massimo.

Può riuscire a fare un buon risultato solo e soltanto se focalizza la sua attenzione esclusivamente su quel piccolo, remoto bersaglio. Servono anche altri due fattori per la buona riuscita nello sport, nello studio e nella vita: avere fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, e non farsi mai prendere da ansia o stress, dal panico e dal timore di non riuscire.

Tutto può essere fatto, con il duro lavoro e con la disciplina. Scopriamo allora in che modo si può mantenere sempre alta la concentrazione mentre si è immersi nello studio.

Esistono delle tecniche per concentrarsi meglio?

La risposta è sì: la concentrazione si può ottenere non solo eliminando ogni genere di stimolo esterno, ma anche e soprattutto lavorando su se stessi. Possiamo infatti considerare il cervello alla stregua di altri muscoli del corpo, in quanto diventa più forte e robusto man mano che viene allenato.

Ci sono dunque esercizi per allenare la mente e per fare in modo che non divaghi tra un argomento all’altro, ma riesca a rimanere fisso su un unico punto per tutto il tempo che è necessario. Cominciamo dando qualche suggerimento molto pratico, che ha a che vedere con le tecniche di studio. Per essere più concentrati su quello che si sta facendo bisognerebbe sempre leggere a voce alta, e ogni tot di righe fermarsi e scrivere una frase riassuntiva di quello che si è appena letto.

Questo non aiuta solo la memorizzazione dei contenuti ma anche la concentrazione. Infatti garantisce il fatto che la mente del soggetto, il quale parla a voce alta e quindi è costretto ad ascoltarsi, sia completamente assorbita dalle parole che sta leggendo. Questo accade perché si è consapevoli che bisogna capire quanto si legge, in quanto dopo sarà necessario estrapolare il succo del discorso per farne un breve riassunto.

Ci sono altre tecniche complementari che si possono abbinare a questo semplice trucchetto, e consistono in esercizi di conteggio. Poniamo il caso che si cominci a leggere una riga e che al termine del paragrafo già ci sia sia dimenticati di tutto quello che c’era prima. Bisogna ricominciare daccapo, ma facendo in questo modo. Si contano tutte le lettere che compongono le prime parole del paragrafo in questione.

Questo aiuterà la mente a focalizzarsi sul momento, sulla pagina che si ha davanti. Questo è un metodo per concentrarsi a studiare molto semplice ma di sicura efficacia; in alternativa si potrebbe fare un esercizio di concentrazione preparatorio, proprio poco prima di sedersi alla scrivania per studiare. Si deve contare mentalmente dal numero 80 a ritroso, sottraendo di volta in volta il numero 7.

Queste tecniche di studio e concentrazione potrebbero sembrare sciocche e perfettamente inutili, ma sono efficaci perché costringono l’attenzione del soggetto a farsi assorbire completamente dal conteggio. Quando si pensa a dei numeri non c’è la possibilità di vagare con i pensieri in un’altra direzione.

Questa attitudine, che si acquisisce in pochi minuti facendo un po’ di conti a mente, diventa una sorta di impronta che in seguito rende più facile fare lo stesso anche con la materia che si sta studiando.

Ci sono poi metodi per la concentrazione per lo studio che sono stati messi a punto nel dettaglio e consistono in pratiche che possono anche sembrare un po’ curiose ma che, ancora una volta, assicurano il risultato. Ad esempio, esiste una pratica chiamata tecnica del mandarino. Il mandarino in questione è il frutto, ma non si parla di un frutto reale: il mandarino deve essere immaginato dallo studente usando la sua mente. Lo si deve visualizzare sopra la scrivania, proprio lì a portata di mano, non lontano dal libro su cui si sta studiando.

Sempre usando l’immaginazione, bisogna figurarsi il mandarino in ogni dettaglio. Se ne deve vedere la forma, la dimensione, la consistenza della buccia, se ne deve sentire persino l’odore. A questo punto si può cominciare a giocare con questo frutto: lo si passa da una mano all’altra, lo si soppesa, poi lo si mette dietro al collo e lo si lascia lì.

Tenendo gli occhi chiusi si deve immaginare che il mandarino fluttui dietro la testa. In questo modo si entra in uno stato di trance e di massima rilassatezza che consente al corpo di entrare in sintonia con la mente e di aumentare al massimo i livelli di concentrazione. La tecnica del mandarino può sembrare una stravaganza, ma in effetti ci sono dei metodi che servono ad aumentare concentrazione e memoria che funzionano davvero, per quanto possano sembrare avere poca attinenza con quello che è il loro scopo ultimo. Gli esperti, ad esempio, suggeriscono di porre la propria attenzione alle… dita dei piedi.

Proprio così: quando si ha la sensazione che l’attenzione stia sfuggendo e che non si riesca più a restare concentrati su un argomento, o magari sulla voce del professore che sta spiegando, pensare alle dita dei propri piedi è un ottimo modo per tornare al momento presente. Si ritrovano bilanciamento ed equilibrio, e la mente smette di divagare per puntualizzarsi sulla questione più imminente.

I metodi di concentrazione per lo studio sono anche i più banali, quelli che vengono di solito suggeriti anche per sfuggire ad un’eccessivo stress o ad un attacco ansioso. Il primo consiste nel regolarizzarsi con il battito del proprio cuore: se ci si sente distratti, magari anche un po’ in panico al pensiero di quello che resta da fare e che si crede di non riuscire a fare, bisogna cominciare a sentire il palpito del proprio cuore.

Con l’immaginazione si deve seguire il flusso del sangue che dal muscolo cardiaco si diffonde nell’intero corpo, dalla testa ai piedi. In questo modo in poco tempo si tornerà completamente padroni di se stessi, pronti ad andare avanti con lo studio.

L’altro metodo è altrettanto banale, se vogliamo, ed è la meditazione . La meditazione, specie se praticata in modo costante sotto la guida di un maestro esperto, è un altra strada efficacissima per contrastare gli stati ansiosi.

Può essere utile anche a trovare un maggiore dominio del corpo e della mente e quindi di mantenere focalizzata la concentrazione durante una sessione di studio. La meditazione è infatti una disciplina mentale che fornisce un metodo che, una volta adottato, difficilmente può essere abbandonato.

La musica può aumentare la concentrazione nello studio?

Se un genitore sente il proprio figlio con la radio a tutto volume mentre è chiuso in camera e teoricamente dovrebbe stare studiando, è ovvio che si inquieti e probabilmente ha ragione. Ciò non toglie che la musica per lo studio e la concentrazione posa essere un potente alleato. Tutti conosciamo la musicoterapia che viene applicata in campo medico.

Quando una persona ha problemi psicologici, ed ha la necessità di rilassarsi, può tratte un grande giovamento dall’ascolto della musica. In altri casi la musica viene invece usata per stimolare la produttività, ad esempio nelle fabbriche dove un adeguato sottofondo musicale spinge l’operaio a fare meglio e più in fretta.

In certi negozi viene messa della musica ad hoc che, secondo gli esperti di marketing, stimola la gente a fare acquisti. Quando guardiamo un film è la musica che ci trasmette le emozioni del momento, più che l’azione che vediamo svolgersi. In una parola, il potere della musica è conclamato in molti settori: perché non anche in quello dello studio? Tornando però all’esempio fatto in apertura, la musica di cui paliamo non è certo un rock messo a tutto volume.

Questo servirebbe solo a deconcentrare il soggetto, impedendogli di sentire persino i propri pensieri! Le canzoni per studiare e concentrarsi devono essere dei pezzi pacati e ascoltati a volume basso, ma non necessariamente lenti: si devono scegliere le sonorità che vengono studiate appositamente per lo studio, in quanto aiutano certe parti del cervello a lavorare in modo più corretto. Sopratutto si deve trattare sempre di musica strumentale.

Una canzone che abbia un testo spingerebbe inevitabilmente lo studente a seguire il narrato, deconcentrandolo e sortendo quindi l’effeto opposto. Una musica solo strumentale, con ritmo pacato ma non troppo, può invece essere molto stimolante, mantenere desta l’attenzione e permettere di mettere a frutto il tempo che si passa a studiare.

Il cibo può aumentare la concentrazione?

E l’alimentazione può essere di aiuto quando si studia? Certo che sì.

La prima regola da ricordare è che mangiare troppo ottunde il cervello. Se ci si alza da un lauto banchetto dopo aver ingurgitato calorie a non finire il nostro organismo lavorerà in modo più lento, appesantito dal processo digestivo. Normalmente dopo una bella mangiate viene voglia di farsi una dormitina, non certo di studiare! Quindi mangiare in modo moderato e ipocalorico è una prima regola da seguire.

Ci sono poi cibi per la concentrazione nello studio che si possono suggerire e che, se consumati con regolarità, possono anche fornire un ulteriore sprint energetico. Si tratta, ad esempio, del pesce. Il pesce è ricco di acidi grassi omega 3 i quali aiutano la buona salute del cervello e lo mantengono attivo e in forma.

Nella dieta concentrazione studio non dovrebbero mai mancare noci e mandorle e, in generale, la frutta secca, poiché anch’essa è ricca di acidi grassi. Anche se qualcuno potrebbe storcere il naso, un enorme aiuto allo studio viene anche dai broccoli. I broccoli sono ricchi di vitamina C e contengono la colina. Queste sostanze sono utili per la concentrazione a la memoria; addirittura si pensa che il consumo di broccoli possa costituire un’efficace prevenzione contro l’insorgenza del morbo di Alzheimer.

Infine, quando si è nel bel mezzo di un pomeriggio di studio intenso e si sentono le forze che vengono meno, si può mordicchiare un sacchetto di cioccolato fondente, ovviamente senza esagerare. Il cioccolato fondente, infatti, contiene antiossidanti che rallentano l’invecchiamento cellulare e che servono a stimolare il grado di concentrazione di chi li assume.

Un’ultima parola la merita il caffè, che di solito è usato (e abusato) dagli studenti che sono convinti che aiuti a mantenere desto il cervello. In effetti la caffeina ha la capacità di mantenere attivi i sensi, ma bisogna usare molta cautela: il suo effetto svanisce in fretta e dopo ci si sente più stanchi di prima.

Per questo si sente subito il bisogno di bere un altro po’ di caffè, fino a che si potrebbe sviluppare addirittura una sorta di dipendenza che annullerebbe gli effetti benefici della bevanda.

Esistono esercizi per aumentare la concentrazione?

Come abbiamo detto all’inizio, il cervello è un organo del nostro corpo che dobbiamo sempre tenere ben allenato affinché possa restare in forma, proprio come faremmo per un qualunque muscolo del corpo. Quindi è importante fare esercizi mentali: questi non solo aumentano la nostra capacità di concentrazione, ma riescono anche a renderci più rapidi nei ragionamenti, più arguti, e a mantenere in buona salute il nostro cervello, che è una parte estremamente importante del nostro organismo.

Purtroppo il decadimento fisico non è l’unica cosa da temere: il decadimento mentale potrebbe anche essere peggiore. La scienza però dimostra che le persone che tengono la mente attiva invecchiano più lentamente di chi invece non usa il cervello… e naturalmente riescono anche meglio in ambito scolastico.

Quali sono gli esercizi che si potrebbero fare per tenere sempre sveglia la mente? In effetti l’allenamento mentale è un’abitudine che bisognerebbe acquisire come la palestra: abituarsi a fare ogni giorno delle piccole operazioni mentali che portano via poco tempo ma che poi renderanno più leggera la permanenza sui libri di scuola.

Ad esempio, c’è chi suggerisce la lettura al contrario: se si prende un libro, lo si mette sottosopra e si cerca di capire lo stesso che cosa c’è scritto si potrebbe allenare una parte del cervello poco usata. Inoltre si dovrà usare una maggiore attenzione, proprio perché il punto di osservazione è rovesciato e quindi si deve mettere maggiore cura per distinguere una lettera dall’altra.

Tra gli esercizi per migliorare la concentrazione nello studio ce n’è anche uno che potrebbe sembrare un po’ sciocco, ma che potrebbe stupire con il suo effetto. Consiste nel fare la doccia tenendo gli occhi chiusi. Se escludiamo il senso della vista, giocoforza dobbiamo usare gli altri sensi, i quali sono meno immediati e chiedono l’intervento del nostro intuito per capire cosa sta accadendo.

Il tatto ci può aiutare a capire se abbiamo lavato via tutto il sapone, ma deve essere il cervello ad elaborare razionalmente gli input che derivano dalle mani per capire se il sapone è stato lavato via o meno.

Con le orecchie udiamo i rumori, ma per capire se la porta che si è aperta è quella del bagno, e quindi qualcuno ci sta osservando mentre facciamo la doccia, dovremo usare le nostre capacità deduttive. Altri esercizi concentrazione studio sono i giochi mnemonici che si trovano ad esempio sulle riviste di enigmistica.

Cercare di ricordare un’immagine che si è vista da poco, aguzzare l’ingegno per trovare le differenze tra due fotografie uguali alla prima occhiata, o cercare di ricostruire una sequenza numerica, sono tutte operazioni che attivano le sinapsi cerebrali rendendole più elastiche e reattive. Tali operazioni non sono oziose, ma diventano propedeutiche allo studio vero e proprio.

Infine, anche la tecnologia viene in nostro aiuto al giorno d’oggi. Potrebbe infatti capitare di non avere sempre tempo per praticare uno degli esercizi di cui si è parlato: per questo vengono in nostro soccorso delle applicazioni per il telefonino pensate proprio allo scopo di tenere allenata la mente.

Ormai sugli smartphone scarichiamo app di ogni genere, che ci aiutano a svolgere la maggior parte dei nostri impegni quotidiani. Le app concentrazione studio sono dei programmini, solitamente disponibili per ogni sistema operativo, che aiutano a tenere desta l’attenzione con giochini, indovinelli o quiz che si possono comodamente fare mentre si viaggia in autobus per raggiungere il proprio istituto scolastico, o mentre si fa la fila alla cassa del supermercato.

Con pochi tap si potrà aiutare la propria concentrazione a restare sempre ai massimi livelli. In questo modo non sarà difficile rimanere attenti anche durante una lezione, o una volta a casa, chini sui libri per studiare.

Conclusione

L’elemento fondamentale di cui si deve disporre per riuscire a restare concentrati nello studio è la forza di volontà.

Sapere che nulla è impossibile e che anche il concetto più astruso può diventare familiare, se studiato in modo abbastanza approfondito e abbastanza a lungo, è la spinta migliore per mettersi sui libri di buona lena. Non è però sempre facile restare attenti e presenti a se stessi quando magari si è già un po’ stanchi, o fuori c’è un bel sole che fa venire voglia di uscire e non certo di studiare.

In questo casi è utile comunque fare una piccola pausa ogni tanto: una sessione ininterrotta finirà inevitabilmente, e fisiologicamente, per far calare l’attenzione. Si suggerisce in genere di prendersi cinque-dieci minuti anche solo per guardare fuori dalla finestra ogni tre quarti d’ora di studio.

In seconda battuta si può provare ad usare uno dei tanti trucchi che abbiamo elencato: la tecnica del mandarino, un po’ di musica di sottofondo, qualche esercizio di rilassamento o qualche giochino mentale per focalizzare le proprie facoltà. Sono tutti modi per distrarre momentaneamente l’attenzione da quello che si sta studiando, salvo poi avere la mente più sgombra per tornare ad applicarsi con ancora maggiore efficacia.