Usare la calcolatrice in classe è un vantaggio
Le calcolatrici scientifiche permettono di insegnare la matematica andando al di là del calcolo. Inoltre, l’uso di questi strumenti rende gli studenti più autonomi e sicuri nell’affrontare i problemi.
Studenti stimolati e motivati
Discutere oggi sull’utilizzo degli strumenti di calcolo in classe può apparire superfluo, tuttavia l’approccio didattico meno tradizionale, basato sull’uso delle calcolatrici scientifiche, incontra ancora qualche resistenza tra i docenti. Ne ha parlato su Wired, Francesco Bologna, in un articolo che riassume in modo efficace i vantaggi che derivano dall’uso delle calcolatrici in classe. Secondo Bologna, che insegna matematica in un liceo artistico nella provincia di Torino, le lezioni che si basano sull’uso della calcolatrice hanno due grandi vantaggi: innanzitutto, i ragazzi sono più stimolati e motivati; in secondo luogo, la lezione è più dinamica e gli studenti sono più autonomi nella ricerca delle risposte.
Fare matematica significa solo fare conti?
La diffusione di metodi innovativi nell’insegnamento della matematica è frenata dal fatto che molti la associno al fare i calcoli. Almeno in termini generali, questo è vero, ma, accanto alla competenza di base, come quella di calcolo, si può prevedere l’uso di strumenti meno tradizionali. Avvalendosi di supporti tecnologici, sarà più facile per l’insegnante concentrare le proprie lezioni sulla modellizzazione e sulla ricerca da parte dello studente di soluzioni autonome e creative ai problemi matematici. La calcolatrice è uno strumento economico e, tutto sommato, semplice, ma non deve essere una scorciatoia per risolvere i problemi più in fretta, bisogna che i ragazzi imparino ad usarla in modo consapevole e con l’obiettivo di costruire un progetto matematico. Si sta parlando di calcolatrici non programmabili e non collegate all’internet, le stesse che possono essere usate agli esami di maturità.
Evitare la sindrome della pagina bianca
Per trasformare la calcolatrice in uno strumento didattico organico, non limitato alla mera esecuzione di operazioni, serve accettare che gli studenti di oggi possano imparare la matematica in modo diverso dal passato. Il cambiamento riguarda anche il docente che dovrà intraprendere un percorso di auto-formazione che porti le sue lezioni oltre alle normali attività proposte dal libro di testo, magari proponendo questioni legate alla vita quotidiana.
I problemi di matematica sono spesso strutturati in una sequenza di quesiti intermedi, un banale errore di calcolo può paralizzare lo studente, bloccando lo svolgimento dell’intero esercizio. L’uso della calcolatrice permette di inserire il risultato parziale, anche se il calcolo non risulta corretto, permettendo allo studente di continuare il lavoro mostrando ciò che sa. Questa possibilità di verifica dei risultati innesca un meccanismo virtuoso: i ragazzi si sentono più sicuri, provano ad utilizzare procedure che prima li spaventavano; addirittura, azzardano, deducono le soluzioni. Per i ragazzi meno dotati, la calcolatrice è un supporto fondamentale per non farsi schiacciare dalla sindrome della pagina bianca; per i ragazzi con problemi specifici dell’apprendimento, poi, l’uso della calcolatrice può compensare le difficoltà di calcolo e rendere accessibili anche i problemi più complessi.
Alcuni punti critici, alcune soluzioni
Certo, l’uso delle calcolatrici in classe non è privo di punti critici. Per esempio, un alunno assente o con tempi di apprendimento meno rapidi, come può recuperare autonomamente una lezione? Poi esiste il problema della complessità delle calcolatrici scientifiche, serve tempo per acquisire autonomia nell’utilizzo di strumenti dall’elevato numero di funzioni. Non è detto, infine, che tutti gli studenti della classe usino lo stesso modello di calcolatrice; quest’ultima variabile potrebbe complicare il lavoro. In generale, questi problemi possono essere superati con l’uso di materiale di supporto, come le schede didattiche o le video-lezioni. In ogni caso, le possibilità concesse dalla tecnologia sono molte per quei docenti che sentono l’esigenza di inventarsi qualcosa di nuovo per motivare i propri studenti.