News

Bullismo e cyberbullismo cosa sono

Che cos’è il bullismo?

Il bullismo è un comportamento deliberato e aggressivo che si verifica in modo ripetuto nei confronti di una o più vittime, spesso accompagnato da un dislivello di potere, reale o percepito. Di solito, le vittime si sentono completamente vulnerabili e incapaci di difendersi autonomamente. Questo tipo di aggressione può essere fisica, mirata a persone o beni, oppure verbale, sia in forma diretta, come gli insulti e le minacce, sia in forma indiretta, come la diffusione di dicerie volte a danneggiare la reputazione degli altri o l’esclusione da un gruppo.

Il bullismo di solito emerge senza motivo apparente ed è una forma di violenza tra coetanei, una dinamica in cui i bulli agiscono spesso per frustrazione, rabbia o per ottenere uno status sociale dominante.

Che cos’è il cyberbullismo?

Il termine “Cyberbullismo” è stato coniato da Bill Belsey per descrivere una nuova forma di bullismo che si manifesta attraverso strumenti telematici. Si tratta di un tipo di aggressione continua, ripetitiva, offensiva e sistematica perpetrata tramite internet.

Secondo Smith (2008), il cyberbullismo è definito come “un atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui mediante varie forme di comunicazione elettronica, ripetuto nel tempo contro una vittima”. Questa definizione presenta somiglianze con quella del bullismo tradizionale, ma implica l’utilizzo delle moderne tecnologie di comunicazione.

Le ricerche indicano che in Italia più del 90% degli adolescenti utilizza Internet, e il 98% di loro ha un profilo su uno dei social network più popolari, come Facebook e Instagram. Inoltre, il 52% dei giovani utenti di Internet si connette almeno una volta al giorno, e l’uso diffuso dei cellulari e degli smartphone permette una connettività praticamente ininterrotta.

Dal 29 maggio 2017, in Italia è entrata in vigore la legge numero 71 sul cyberbullismo, che definisce il cyberbullismo come “ogni forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto di identità, alterazione, manipolazione, acquisizione illecita, trattamento illecito dei dati personali in danno di minorenni, nonché la diffusione di contenuti online il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori, ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso o il loro ridicolizzazione”.

La legge consente ai giovani di 14 anni e oltre di richiedere l’eliminazione di contenuti indesiderati dai gestori e dagli amministratori di siti internet e social media, anche senza l’intervento di un adulto. La cancellazione deve avvenire entro 48 ore.

Per chi commette atti di cyberbullismo, è prevista una “procedura di ammonimento” da parte del Questore e la convocazione dei genitori se l’età dell’autore è compresa tra i 14 e i 18 anni.

Differenza tra bullismo e cyberbullismo

Il bullismo è una forma di aggressione caratterizzata da sopraffazioni premeditate e continue, che possono essere fisiche, verbali o psicologiche. Per essere considerato bullismo, l’azione deve perdurare nel tempo (settimane o mesi) e comportare uno squilibrio di potere tra le parti coinvolte, come differenze di età o forza fisica.

Esistono due tipi principali di bullismo:

Bullismo diretto: Coinvolge comportamenti espliciti, come aggressioni fisiche (picchiare, tirare calci, sputare) o verbalmente/psicologicamente (insulti, offese, minacce) verso la vittima.

Bullismo indiretto: Si manifesta attraverso forme come l’esclusione sociale, la diffamazione e l’intenzionale emarginazione della vittima da un gruppo. Anche in questo caso, può essere fisico (ad esempio, fare agire qualcun altro contro la vittima) o verbale/psicologico (diffusione di pettegolezzi).

Il bullismo è diffuso in varie scuole di diversi livelli di istruzione ed è spesso un fenomeno di gruppo.

Il cyberbullismo comprende una serie di attacchi online che possono verificarsi in qualsiasi momento e luogo in cui ci si trova connessi. Questi attacchi includono:

1. Messaggi di testo contenenti insulti, parolacce, derisioni e minacce, noto come “Flaming”.
2. La creazione di gruppi su WhatsApp, Messenger o social network in cui la persona presa di mira viene derisa e oggetto di scherno da parte dell’intero gruppo, definito “Harassment”.
3. L’esclusione da gruppi creati su social network o simili, chiamato “Exclusion”.
4. L’invio di immagini volgari o imbarazzanti attraverso le chat di Messenger, Facebook o WhatsApp, conosciuto come “Denigration”.
5. La pubblicazione su social network di materiale privato con commenti sgradevoli sulla persona, visibili a tutti, o la diffusione di foto compromettenti tra gli amici, denominato “Cyberstalking”.
6. Chat in cui la persona presa di mira è ingannata da qualcuno che si fa passare per un amico o interessato sentimentalmente, solo per poi divulgarne il contenuto delle conversazioni private, conosciuto come “Tricky” o “Outing”.
7. La violazione di un profilo personale o il furto d’identità, noto come “Impersonation”.

Come combattere bullismo e cyberbullismo

Poiché la scuola ha il potere e il dovere di promuovere una cultura che protegga e promuova un fronte comune contro qualsiasi forma di violenza. Ogni istituto dovrebbe impegnarsi nell’attuazione di una serie di iniziative educative e formative rivolte ai docenti e agli studenti. Queste azioni dovrebbero essere di natura informativa, preventiva (per tutti gli studenti) e riparativa, al fine di proteggere e istruire gli studenti coinvolti sia come vittime sia come autori di comportamenti inappropriati. Inoltre, dovrebbero promuovere la collaborazione con le famiglie. Attraverso tali iniziative, la scuola si prefigge i seguenti obiettivi:

1. Prevenire ogni forma di violenza educando gli studenti al rispetto reciproco e alla cooperazione, promuovendo la loro capacità di esprimersi assertivamente e di segnalare qualsiasi atto di sopraffazione sia online che offline.

2. Favorire la consapevolezza e la responsabilizzazione del bullo o dei bulli rispetto alle loro azioni.

3. Intervenire tempestivamente per alleviare la sofferenza delle vittime.

4. Dimostrare a tutti gli altri studenti che atti di bullismo non sono tollerati nella scuola e che non passano inosservati senza interventi.

5. Informare i genitori delle vittime e, in generale, tutti i genitori degli studenti della scuola sul fatto che la scuola è preparata ad affrontare casi di questo genere.